La masseria Capece alla fine dell’800 fu comprata da Luigi Amati di Cisternino dalla famiglia Capece Minutolo di Napoli andando a completare l’estensione della confinante masseria Gianecchia, di proprietà della famiglia già dal 1500, acquisendo un agrumeto di notevoli dimensioni (50×50 m) e il frantoio che mantiene ancora oggi le sue fattezze originali. La masseria si compone di vari immobili adibiti ad alloggi dei lavoratori e ricoveri per il bestiame. Caratteristico è l’edificio al centro della corte, con probabile funzione originaria di chiesetta. Nelle immediate vicinanze insistono due corpi, dei quali uno diroccato, l’altro con chiara destinazione a chiesa e arrecante la data del 1739 sulla porta di ingresso; vi è inoltre un’aia con basolato in pietra in buono stato di conservazione. Non distante dalla masseria è presente anche una zona con antica coltivazione a cava del “filetto rosso” di Fasano, aperta ai primi del 1900 e attualmente non più attiva.