Nome antico di una bellissima radura nella contrada di Figazzano. Padule si definivano gli avvallamenti in cui l’acqua piovana trascinava terriccio, creando aree particolarmente fertili rispetto alle zone rocciose della valle.
La Padula delle Felci, con l’attigua Padula del Pozzo e la vicina Padula della Creta, apparteneva alla famiglia De Tullio, che nella stessa contrada possedeva vari fondi.
L’area, delimitata su un lato dal Bosco Spinosa -dal nome dei rovi- allora di proprietà di un parente,
il notaio Mario Conti di Locorotondo, detto Mariolino perché piccolo di statura, era ricca di canneti.
I terreni sono tuttora attraversati da un bellissimo ponte dell’Acquedotto Pugliese, decorato da una piccola ringhiera con motivi a onde: reca ancora le tracce del colore che servì a mimetizzarlo, proteggendolo dai bombardamenti in tempo di guerra.
Fu Domenico De Tullio, commendatore dell’Ordine di Betlemme e commendatore dell’Ordine del Lavoro, a farvi impiantare alberi di noci squisite, provenienti dalle campagne salernitane di proprietà della moglie, e un grande vigneto di uva bianca.
Nella piccola costruzione tuttora esistente si stompava con il torchio, e nel palmento fermentava
il mosto dello squisito Verdeca .
Al termine della vendemmia, ma anche della trebbiatura e di tutti i lavori collettivi di una certa importanza, si faceva festa tutti insieme con un ricco pranzo, grande simbolo di appartenenza: il Capocanale.
Da alcuni decenni questi bellissimi terreni sono proprietà della famiglia Masciulli,
che meritoriamente li preserva intatti.