A spasso con Giovanni.
Note storiche a cura di Giovanni Liuzzi
L’origine di questa piccola chiesa rimane ancor oggi del tutto sconosciuta, benché alcuni cronisti riferiscano che esistesse già prima della edificazione di Martina Franca e che servisse ai greci fuggiti da Taranto durante le invasioni saracene per le loro pratiche di culto. Di sicuro nel 1260 su un’altura prospiciente alla Chiesa rupestre di Santa Maria d’Idria, detta Santa Maria di Martina, ancora sorgeva -ormai spopolato e diruto- il Castrum Martinae: per raggiungerlo, da Monopoli si poteva percorrere l’antica e importante strada il cui percorso, ancora visibile, attraversava sinuosamente la valle per poi salire nei pressi della chiesa e, in seguito alla rifondazione di Martina, terminava alla Porta di Santa Maria.
Constatate le disastrose condizioni in cui l’antica chiesa e i suoi dipinti versavano, a seguito di un’ispezione nel novembre 1594, l’arcivescovo Brancaccio deliberò di concederla, unitamente al piccolo orto adiacente, al sacerdote Vito Simeone, il quale ne aveva fatto richiesta, a condizione che avesse provveduto entro un anno al restauro a proprie spese, al fine di ripristinare al più presto le sacre funzioni. Si apprende da fonti scritte che don Vito Simeone prese anche in affitto due modesti appezzamenti di terre: un clausorium, comprendente alcuni alberi, una piscina (cisterna a cielo aperto) e un curaturo (vasca per la macerazione del lino); un orto nel luogo comunemente detto Sopra la Chiesa dello Spirito Santo.